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Amanda è la protagonista nonché voce narrante del romanzo, che pone al centro un tema delicato come quello dell’adozione. Racconterà, infatti, attraverso il suo particolare percorso di crescita le sorti di una famiglia in frantumi e quelle di un nucleo familiare che prende origine nel momento più inaspettato. Amanda nasce negli anni sessanta in una famiglia agiata e piuttosto numerosa, lei è infatti la secondogenita di quattro fratelli, ma ad appena sette anni mamma Ines muore prematuramente e suo padre Francesco Liberatore, avvocato apprezzato ma poco incline al suo ruolo di genitore, rimasto solo decide che quattro figli sono troppi a cui badare e cercherà per ognuno di loro nuove strade, tranne che per la più piccola, l’unica che sceglierà di tenere con sé. Interverrà la nonna paterna Elda, la quale dopo aver appurato le malsane intenzioni del figlio, cercherà di proteggere i nipoti anche con modi piuttosto bruschi. Si avvarrà per questo, inoltre, dell’aiuto di Luzio e Cristina, suoi amici di vecchia data che si riveleranno preziosi per le sorti di Amanda e suo fratello Giacomo, più piccolo di due anni. Luzio, in particolare, vedrà una corrispondenza di bisogni tra i due nipoti di Elda e suo fratello Vittorio che con la moglie Norma non riuscirono mai ad avere figli. I due fratellini riusciranno ad avere l’opportunità di un futuro migliore rispetto a ciò che li avrebbe attesi? Ma cosa lasceranno alle spalle? Il passato sospeso tornerà a bussare, perché le situazioni insolute chiedono ad un certo punto di essere affrontate, che si voglia o no.
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Volete sapere chi sono i piú importanti personaggi originari del vostro paese attualmente all’estero? Questo è il libro che fa per voi! E non solo per curiositá, infatti ciascuno dei 100 personaggi che compare in questo primo volume rappresenta un fantastico contatto a livello professionale. Vi sono rappresentate quasi tutte le professioni: avvocati, cuochi, finanzieri, industriali, ingegneri, medici, professori, ricercatori, ristoratori, agenti, artigiani, artisti, scienziati... A livello personale, il libro é un ottimo modo di utilizzare l’esperienza altrui come fonte di ispirazione per il proprio futuro, sia in Italia che all’estero. Ed é un “estero” che va dalla “A” (di Abu Dhabi) alla “Z” (di Zelanda). Ma anche a livello ricreativo il libro offre molto: é divertente, scorrevole, istruttivo ed anche fantasioso, se si pensa all’immaginazione, intraprendenza, tenacia e perseveranza di questi nostri corregionali che hanno raggiunto tanto successo. Un successo che, negato in Italia, li ha costretti alla cosiddetta “fuga di cervelli”, che altro non é che il termine moderno per indicare “l’emigrazione” di un tempo. Il libro si presta quindi ad essere anche un pensiero gradito per i parenti e gli amici dei personaggi trattati.
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Il pianeta Etrar, suddiviso in dieci Regni, è sotto il dominio dell’Imperatore Nero, che ha ucciso il legittimo Sovrano assoggettando tutti i popoli e le razze per ventisei lunghi anni. Ma Solo, insieme a un gruppo di temerari compagni, decide un giorno di dare avvio alla ribellione, per donare speranza e libertà a tutti gli abitanti di Etrar. Nel X Segreto le vicende di Solo e del X Ordine si sono fermate con la conoscenza dell’enigmatico Ergit lo Gnomo. Continua in questo secondo romanzo il viaggio del variegato gruppo per liberare i Regni e conquistare le Maschere dei Re. Indovinelli, battaglie, inganni, rivelazioni, viaggi e avventure le vite sempre più porre fine al regno di terrore e morte dell’Imperatore Nero.
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Un’avvincente ed esplosiva galleria di sentimenti costituisce l’ordito della raccolta di racconti “Cuore a chilometro zero”. Minimo comun denominatore la parola “cuore” che, fin dal titolo, rappresenta il centro propulsivo non solo dei componimenti, ma anche della scrittura dell’autore. Il lemma “cuore”, nella silloge di Epifani, si declina in svariati modi, partendo, appunto, dall’origine, da quel chilometro zero da cui ha inizio la filiera delle emozioni e da cui si dipanano le storie, diverse, sì, ma tutte sorprendentemente affini nella ricerca del senso vero, genuino e meraviglioso, della vita. Lo stupore, l’ironia e il surreale si accompagnano alla concretezza, spesso alla banalità, del quotidiano, mettendo in luce le molteplici sfaccettature di un’umanità complessa, in bilico tra sogno e realtà, tra normalità ed eccezionalità, tra dolore e rinascita. Il volo, spesso presente nei racconti, non è un semplice atto, ma soprattutto un modo di vivere e di osservare il mondo e noi stessi scegliendo un punto di vista privilegiato. Librarsi con leggerezza nell’azzurrità del cielo come camminare tra le vie di una città significa esistere, lasciare un’impronta di sé, tracciare un segno piccolo, ma indelebile, di amore, che attraversa il tempo e la storia. Ecco, proprio di amore parla il libro: per una terra (il Salento in particolare), per una città, per un’idea, per una donna, coinvolgendo persone e territori, ideali, desideri, utopie e sogni. Tanti destinatari per un unico cuore infinito che sa contenerli tutti.
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Francesco Maria è stato costretto a rivelare la verità a Cinzia. Ora deve iniziare a percorrere la strada per essere accettato, ma gli altri non lo faranno se non si accetterà lui per primo. Nonostante sia titolare di una sartoria ben avviata, lascia il paese natio e si trasferisce dapprima in Toscana, poi a Londra, in cerca di risposte alle domande che si pone fin da adolescente e che gli impediscono di essere “libero”. Con Cinzia nel cuore, il suo sarà un lungo e impegnativo viaggio, materiale e dell’animo. Tra un trasloco e l’altro affronterà la sofferenza degli scontri quotidiani con Giacomo, cinico e ambizioso; sarà sedotto dalla schiettezza e dall’istintività del giovane Simon, decisivo per la conquista della consapevolezza di sè; scoprirà che l’amicizia e la solidarietà di Enrico e Domenico, vanno al di là delle differenze culturali, di genere e di orientamento sessuale; giungerà così a riconoscere il vero amore, realizzandosi appieno anche nel lavoro. Un’analisi puntuale di sentimenti, emozioni e dilemmi interiori di certa realtà, dall’Abruzzo al Regno Unito, dagli anni ’60 a oggi, de- scritta con abilità artigianale come quella del protagonista che costruisce il suo domani con un ago e un filo, all’interno di una società ancora cattolica e perfezionista, intrisa di profonde problematiche esisteziali spesso lasciate morire irrisolte.
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Mare nero parla di un “viaggio della speranza”, su una “carretta del mare”. Un gruppo di uomini, donne e bambini africani investe i propri risparmi e li mette nelle mani di delinquenti che lo caricano su una barchetta inadeguata, abbandonandola nel Mediterraneo, approssimativamente diretta verso l’Italia. Se questo contenitore lo riconosciamo e addirittura ci annoia perché televisivamente inflazionato, che cosa ci sia dentro, invece, pensandoci bene, ci sfugge. Cosa succeda davvero, cosa spinga queste persone ad affrontare un’esperienza del genere, cosa sognino, cosa temano, cosa passi loro veramente nella testa. Ebbene, il pietismo o la scandalismo televisivo non ci offrono una possibilità seria nemmeno per immaginarlo. Mare nero sì.
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“L’abrogazione dell’amore”, portando alle estreme conseguenze i germi esistenti nella società italiana contemporanea e riprendendo episodi fondanti della nostra storia, prova a riflettere sul tema dell’amore da un punto di vista inedito. Ne emerge un’Italia futuristica e farsesca in cui la forma prevale sulla sostanza e dove qualsiasi legge, anche la più ingiusta, può essere ammessa per il sol fatto di essere stata emanata attraverso procedimenti leciti. Se le persone abdicano alla propria capacità di pensiero e alla libertà di scelta, se la Legge voluta dalla maggioranza prevale sul Diritto, inteso come insieme di principi irrinunciabili di civiltà, allora anche le conquiste dell’umanità possono andare perdute. E la “legge che cancella l’amore” può divenire il campo di battaglia per una guerra civile.
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La madre di tutte le opere letterarie raccontata da un giovane autore che in questo volume riorganizza e ripropone la sua prima pubblicazione “L’Inferno di Dante per tutti”. Un amore nato per caso quello di Alberto Molino, che mette in prosa il capolavoro di Dante permettendone una facile comprensione a studenti e appassionati che si trovano loro malgrado a fare i conti con l’antico linguaggio dell’opera, poetico e affascinante senza dubbio, ma anche ermetico e avaro nella comprensione per tutti i non addetti ai lavori. Nella traduzione letterale dell’autore è quasi come se Dante in persona cingesse il lettore accompagnandolo nei tremendi gironi infernali, consentendogli una facile lettura e una piena comprensione dei mirabili contenuti.
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È la storia di una vocazione e di una missione, quella di Michele Silvestri, nato a Lama dei Peligni il 26 settembre del 1702. Cresciuto in una famiglia unita nella fede e nell’amore e in un contesto sociale in cui il suo carattere mansueto e cordiale lo aveva fatto amare da tutti, Michele si sente chiamato da Dio Padre a seguire Gesù sulle orme di San Francesco, il santo che in particolare la comunità religiosa della vicina Palena gli aveva reso familiare. [...] Anche per richiamare la forza di questo messaggio il 20 maggio 2015 ho decretato che il titolo della Parrocchia di Lama dei Peligni divenisse quello di “Gesù Bambino”, per ricordare a tutti coloro che vi si recano che l’Onnipotente ha scelto la piccolezza per rivelarsi e per donarsi a noi e che è proprio riconoscendo il niente che siamo davanti a Lui e a Lui incondizionatamente affidandoci che il miracolo della Grazia si compie nei nostri cuori. (dalla prefazione di mons. Bruno Forte)
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L’Inferno è una parola che descrive da sola il contenuto di questo libro: l’autrice, infatti, narra l’Inferno così come lo ha vissuto insieme al figlio David, affetto da sindrome di Asperger. L’autrice vive a stretto contatto con David, finito all’inferno senza capirne il motivo e lo segue passo per passo, insegnandogli a sopravvivere e a resistere, cercando, nel frattempo, una via di fuga, la verità e la salvezza. Con forte amore materno, nonostante tutto il tempo trascorso in una situazione di forte emarginazione, l’autrice riesce finalmente a fuggire da quell’inferno e a portare il figlio in salvo, offrendogli una scialuppa per navigare in mare aperto, verso la sua vita
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"Lo Zero conta!" è un libro per bambini scritto ed illustrato da due docenti di scuola secondaria di primo grado. Il libro ha per personaggi i numeri e le quattro operazioni. Racconta la storia del numero Zero, che non viene visto di buon occhio né dagli altri numeri, che non lo considerano uno di loro, né, per diversi motivi, dalle quattro operazioni. Zero inizialmente farà un po' di fatica a fare amicizia, poi però accadrà qualcosa che lo aiuterà a diventare popolare e a dimostrare che anche lui "conta"! La storia è rivolta a bambini dalla scuola primaria in poi.
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Una serata di pioggia, lampi e tuoni. Mia, di appena tre anni, non sa che la madre la sta lasciando per inseguire una felicità fino ad allora sconosciuta. Cresce così con un senso di abbandono che la divora dentro, che la fa sentire inadeguata, sola, costantemente arrabbiata. Dall’altro lato c’è sua madre, Morena, incapace di amarsi e di amare gli altri, una donna che preferisce indossare maschere per nascondere il dolore e i sensi di colpa. Figlia e madre si raccontano mettendo a nudo le reciproche fragilità, ognuna dal proprio punto di osservazione, dal proprio posto. Una storia per adolescenti e adulti che mette in risalto il valore dell’ascolto e della comunicazione nella costruzione di relazioni significative.
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Farwest è un resoconto di viaggio, scritto “on line” e “on the road”. È liberamente ispirato alle avventure degli innumerevoli viaggi dell’autrice. I sedici sconosciuti partecipanti condividono un tour tra i più bei parchi degli Stati Uniti, da Denver a San Francisco. La narratrice descrive l’iter turistico ma soprattutto umano giornalmente. Durante il viaggio i personaggi si confessano, si autoassolvono e si autocondannano attraverso una molteplicità di azioni e reazioni implacabilmente registrate dall’io narrante, una sorta di Grande Fratello. La convivenza forzata finisce per danneggiare irrimediabilmente i rapporti interpersonali, fino alla completa disgregazione affettiva e sociale del gruppo. Sullo sfondo, i luoghi visitati sono descritti utilizzando una guida immaginaria. Tre mesi dopo alcuni dei partecipanti si ritrovano. La narratrice a questo punto scopre come quell’esperienza sia stata per lei un viatico intimo culminato in una inaspettata e straordinaria scoperta. Come lei stessa afferma: “Dal tutto scontato ho capito che la vita è un divenire, un caos costante che alimenta di continuo, e spesso d’improvviso, l’evoluzione”. Bastano uno zaino e un passaporto, un po’ di coraggio e curiosità, per provare emozioni nuove generate dalla meraviglia nel non considerare mai, anche quando lo sembra, tutto così scontato. Per dirla con il filosofo Eraclito “tutte le cose si muovono e nessuna sta ferma e, al fluir di un fiume, due volte nello stesso fiume non potresti entrare”.
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Villa Immacolata è una casa di riposo situata alle pendici del Gran Sasso, proprio vicino a Villa Rosa e Borgo Castello, immaginari paesi gemelli della provincia aquilana. La vita scorre tranquilla fino a quando un’anziana ospite della struttura, pochi attimi prima di morire, non rivela alla nipote l’esistenza di importanti segreti familiari ormai sepolti dalla polvere del tempo. Assieme al giovane psicologo Giuseppe e al piccolo Mattia la ragazza apre il baule dei ricordi e intraprende una coraggiosa indagine, nel tentativo di ricostruire i tasselli del mosaico che disegna le sue radici. La narrazione tocca i temi della maternità, dell’abbandono e della disabilità, sullo scenario di un Abruzzo ricco di storia e tradizioni, letteratura e mito. Alle atmosfere dolci e oniriche fanno eco paesaggi aspri e suggestivi, mentre le antiche leggende medievali si mescolano alle superstizioni locali del presente. Con un pizzico di suspance e richiami culturali, la recherche intreccia fili narrativi cari alla più antica tradizione mediterranea, senza dimenticare la lezione dei grandi autori del Novecento.