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Mare nero parla di un “viaggio della speranza”, su una “carretta del mare”. Un gruppo di uomini, donne e bambini africani investe i propri risparmi e li mette nelle mani di delinquenti che lo caricano su una barchetta inadeguata, abbandonandola nel Mediterraneo, approssimativamente diretta verso l’Italia. Se questo contenitore lo riconosciamo e addirittura ci annoia perché televisivamente inflazionato, che cosa ci sia dentro, invece, pensandoci bene, ci sfugge. Cosa succeda davvero, cosa spinga queste persone ad affrontare un’esperienza del genere, cosa sognino, cosa temano, cosa passi loro veramente nella testa. Ebbene, il pietismo o la scandalismo televisivo non ci offrono una possibilità seria nemmeno per immaginarlo. Mare nero sì.